Ho comprato un’auto molto vecchia.
Ho sperimentato, senza sconvolgermi più di tanto perché in fondo era quello che cercavo, un senso di libertà tale da non essermi pentito neanche per un secondo di averla presa.
I motivi per cui l’ho fatto sono sostanzialmente due:
- una questione prettamente economica, poiché l’acquisto di un’auto rappresenta in modo indiscutibile un grandissimo spreco di denaro ed essendo “costretto” ad acquistarla ho optato per la migliore scelta possibile, considerato che quella ideale sarebbe stata non comprarla affatto;
- un’altra questione sostanzialmente pratica, ossia liberarmi dal pensiero di un bene materiale destinato a perdere di efficienza nel tempo.
Dritti al punto
Nuove forme di libertà
La libertà è spesso intesa in modo assoluto ma talvolta assume connotazioni del tutto relative, ed è fondamentalmente giusto così, ognuno dovrebbe avere il diritto di assegnare un valore personale a cose apparentemente simili.
Questa è stata un po’ della libertà per me.
- A 14 anni ero libero perché restavo a casa da solo.
- A 18 anni ero libero perché avevo la patente e potevo guidare (l’auto dei miei).
- A 20 anni ero libero perché mi pagavo le uscite da solo.
- A 22 anni ero libero perché iniziavo a pensare in modo più indipendente.
- A 26 anni ero libero perché potevo vivere da solo.
- A 28 anni ero libero perché l’auto me la son comprata da solo.
- A 29 anni sono libero perché non dover pensare alla carrozzeria graffiata o ammaccata è per me più importante di presentarmi alla serata con l’auto nuova di zecca, e sostanzialmente sono libero perché pur potendo fare una scelta diversa e “socialmente migliore” ho scelto con la mia testa di fare la scelta migliore per me!
Ecco quindi alcune delle libertà che ho sperimentato da quando guido la mia nuova auto:
- parcheggiare prima e meglio senza badare al cerchio della ruota che tocca il marciapiede,
- poggiare il mio forzen yogurt preferito sul sedile tanto chi se ne importa se si rovescia e lo macchia,
- non inserire più il Block Shaft poiché non ho più paura che la rubino,
- non avere il pensiero fisso di cosa possa non andare, obbligandomi di fatto a correre in officina a ogni minimo accenno di malfunzionamento.
Riuscirò a pensarla così anche con la mia futura nuova auto quando cambiare le ruote e i rivestimenti dei sedili a ogni occorrenza non inciderà sul mio budget anche in minima parte, dicasi lo stesso per un eventuale furto e per qualsiasi assistenza in officina.
Non ha scelto il mio portafogli, non hanno scelto i miei amici, non ha scelto la mia famiglia, non ha scelto nessuna strana interferenza nella mia testa o nella testa di chissà chi.
Ho scelto io, ho definito la scaletta delle cose per me importanti e ho dato loro un peso mettendo in gioco la mia esperienza e la mia visione del futuro in modo del tutto libero.
Affrontare il problema del giudizio
Se avrò la costanza di scrivere e voi quella di leggere, sentirete molto parlare di questo problema.
Comprando un’auto del 2007, con 15 anni di onorata storia, i paraurti un po’ rovinati, la chiave di accensione che è tutto fuorché digitale, i vetri dei fari appannati, lo stereo senza bluetooth e una marea di altre cose che qualcuno definirebbe vintage mentre io semplicemente vecchie, ho dato uno schiaffone al peso del giudizio che io e un bel po’ di altri maschietti nati dal 1850/1860 in poi portiamo (cioè da quando si è iniziato a parlare di automobili).
Si sa, donne e motori.
Io ne conosco pochi di uomini, ragazzi, bambini che non abbiano raccontato almeno una volta di desiderare una supercar. Magari non tutti hanno espresso il desiderio di guidare una due posti con motore posteriore, gialla o rossa e con più di 500 cavalli, ma di sicuro molti avranno prima o poi desiderato entrare almeno in una Mercedes piuttosto che in una Dacia.
Ecco, anche io l’ho desiderato per parecchio tempo e ancora lo desidero ogni tanto.
Ho sempre guardato con desiderio le belle auto e con ammirazione le persone che le guidavano, ho sempre fantasticato sulle loro vite, su quanto fossero bravi, importanti e ricchi.
Ho cambiato idea, dai 18 ai 28, così tante volte che non ricordo tutte le automobili che avrei comprato se avessi potuto, suv, supercar, coupé, station wagon… per ognuna ho inventato una storia, e in ogni storia io non ero mai quello del presente. Del resto sono un campione di cambio idea.
Ho fatto caso, solo con il tempo e solo in quest’ultimo tempo, che il desiderio di possedere un’auto di lusso sia stato sempre in controtendenza alle mie reali possibilità, ed ecco che appena queste possibilità si siano concretizzate ho scelto di dare un grande calcio in culo a tutti i preconcetti del passato.
Ascoltandomi ho focalizzato quali fossero le mie reali priorità in questo preciso arco temporale e tra queste c’è di tutto meno che incrociare gli sguardi dei passanti al mattino mentre vado a lavoro che fantasticano sulla mia vita perché mi vedono seduto in un auto da almeno 50000 euro.
Intendiamoci, le auto mi piacciono ancora e lavorerò sodo per avere l’auto che desidero!
In questo momento della vita il ragionamento è stato semplice e quasi matematico:
- la mia vita è A;
- voglio che la mia vita sia B;
- se mi si vede in un’auto di merda la mia vita sembrerà A e dovrò comunque lavorare sodo perché diventi B;
- se mi si vede in un’auto di lusso la mia vita sembrerà B ma in realtà sarà A, la dose di lavoro perché diventi B, e non lo sembri soltanto, sarà la stessa;
- mostrare di star vivendo una vita B prolungherà la permanenza in A.
La storia dell’essere o apparire è parecchio sottostimata, la si tira in ballo solo nelle frasi fatte e invece avrebbe bisogno di essere tatuata sul palmo della mano, così da poterla ricordare all’occorrenza.
Tornando alle priorità, uno dei primi obiettivi della mia vita è sempre stata la serenità.
Il mio concetto di serenità è work in progress, ad oggi credo che si possa riassumere così:
Serenità è avere la possibilità di sbagliare senza che le conseguenze di una scelta errata si propaghino senza controllo sullo scorrere della propria vita.
Quindi, foglio mentale delle priorità alla mano, tra il peso del mio stesso giudizio e il raggiungimento della serenità la spunta è andata sul secondo punto.
Ho affrontato il giudizio, me ne sono fregato di quelli a cui sarebbe fregato qualcosa se avessi guidato una Porsche o la mia nuova Chevrolet Matiz da 1000 euro, e ho scelto di essere libero comprando l’auto che volevo e non quella che dovevo.
Solo per un attimo ho sperimentato un pensiero semplice: la felicità è nelle piccole cose.